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Nikita Ignatiev
Nikita Ignatiev

Vendetta Di Sesso


Nel 1977 lo scrittore e saggista Gabriel Matzneff scrive una lettera aperta a Le Monde e Libération in difesa di tre uomini accusati di abusi sessuali nei confronti di due ragazzini, fratello e sorella, lui di 12 e lei di 13 anni. In calce alla lettera ci sono 67 firme, grandissima parte della élite culturale e artistica di Francia: Simone de Beauvoir, Jean-Paul Sartre e Roland Barthes, tra i tanti altri. Matzneff è in quegli anni uno degli scrittori più letti e discussi del Paese: nel 1974 scrive I minori di sedici anni e racconta che ad attrarlo non è tanto un sesso in particolare, quanto la giovinezza estrema, quella che va dai dieci ai sedici anni e che mi sembra essere, ben oltre ciò che si indica di solito con quella formula, il vero terzo sesso. La bibliografia di Matzneff è una sala dei trofei, appesi al muro i culi giovani per i quali si recava periodicamente nelle Filippine e le lettere delle adorate scolarette che aspettava nei cortili delle scuole di Francia.




Vendetta di Sesso


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"ECCESSO di realismo", "esibizione di atteggiamenti capaci di offendere", "accentuato erotismo", "scabrosità della rappresentazione mimica", "al di là di ogni limite"... Quello spot televisivo è un po' troppo esplicito, troppo torride le scene di sesso, se ne chiede dunque la sospensione, ossia la censura. E' la pubblicità del profumo di Valentino, dal nome che è una promessa, "Vendetta", disponibile in entrambe le versioni, pourhomme e pour femme. Lo spot è in onda da un paio di settimane: minuscola storia d' amore e d' abbandono rivissuta in flashback: c' è un lui (il richiestissimo indossatore argentino Massimo, genere molto macho con mascella squadrata e capello impomatato) e una lei (la sensualissima top model pakistano-canadese Yasmeen Ghauri, indicata come un possibile flirt di Felipe d' Asburgo erede al trono di Spagna) che si scambiano nude effusioni con una convinzione e un trasporto giudicati troppo verosimili. Il flashback, girato in bianco e nero, si sofferma su vari primi piani e dettagli, lei lecca lui sul petto, lui bacia lei sul collo. Il filmato ritorna a colori per indicare il tempo presente, quello in cui l' amante abbandonato/a svuota con furia la bottiglietta del profumo colpevole di ricordargli tanto oblio dei sensi, al grido di "Ti prometto Vendetta". Il commercial, teletrasmesso in tre diverse versioni (da trenta, da venti e da dieci secondi) è reo di "arrecare grave turbamento" agli spettatori, almeno a parere del Comitato di controllo per il codice di autodisciplina pubblicitaria, che nei giorni scorsi ha sollecitato l' apposito Giurì affinché si pronunci sulla questione. L' istanza sarà discussa per venerdì 11 dicembre nella sede dell' Istituto dell' autodisciplina pubblicitaria a Milano. Nel frattempo lo spot incriminato continuerà ad andare in onda, e a "turbare coscienze". "Anche se il collegamento, peraltro molto esplicito, all' intimità fisica è reso plausibile dalla natura del prodotto da sempre associato all' attrazione sessuale - denuncia il Comitato - i filmati si caratterizzano per un eccesso di realismo e per un' esibizione di atteggiamenti capaci di offendere la sensibilità del pubblico in una materia che è tuttora ritenuta da circoscrivere nell' ambito del privato e della riservatezza". Tanto realismo risulterebbe nocivo a grandi e piccini: "Se per un pubblico adulto nemmeno il trattamento estetizzante delle immagini è sufficiente a riscattare i filmati dall' accentuato erotismo e dalla scabrosità della rappresentazione mimica - accusa il Comitato - questi elementi vanno al di là di ogni limite accettabile qualora si consideri che il mezzo televisivo è alla portata anche dei minori ed è quindi in grado di arrecare loro grave turbamento, accentuato in particolare nell' età evolutiva". Lo spot in discussione, girato a Milano nel mese di settembre con la regia di Sergio Salerni, nasce da un' idea e da una campagna pubblicitaria oggi presente su moltissimi settimanali firmata dal fotografo americano Steven Meisel, il più quotato, il più glamorous e il più dissacrante nel suo campo, lo stesso che ha realizzato il porno libro "Sex" di Madonna. Le foto, scattate sui divani zebrati del night "El Morocco" a New York, contenevano già lo spunto (il follow up, dicono gli esperti) per il commercial televisivo realizzato un anno più tardi in Italia. "Questo spot non è sul sesso, ma sull' amore. Quella che tramonta, e fa progettare all' uomo e alla donna vendetta, non è una relazione basata su promiscuità-sesso-violenza-sadomasochismo, ma una vera, autentica storia d' amore, girata senza alcuna volgarità - si difende lo stilista Valentino - Non a caso ci viene riconosciuto il ' trattamento estetizzante delle immagini' ". Se il filmato dovesse essere censurato, ciò comporterebbe un danno non indifferente alla Unilever, la grande multinazionale che produce la vendicativa essenza griffata Valentino: "Nessun altro paese accetterebbe di trasmettere lo spot - spiega da New York Giancarlo Giammetti, amministratore delegato della Valentino - Per questo faremo ricorso, abbiamo già dato mandato a due avvocati specialisti del settore". Giammetti non nasconde la sua meraviglia: "Se tutto questo fosse successo in un paese dove esiste una morale e un' eleganza televisiva, non mi stupirei - commenta - Invece accade in un paese in cui impera una grande volgarità di atteggiamenti, parole, immagini, nei film, nei dibattiti, nei talk-show e anche in pubblicità". Un proposito finale, che a qualcuno potrebbe anche sembrare una velata autocritica: "Se fermare lo spot - annuncia Giammetti - volesse dire creare un precedente, dare il via a un risanamento, arginare la volgarità che dilaga ovunque, sarei ben felice di ritirarlo dal circuito".


LONDRA Si racconta che l' otto agosto scorso, Kim Jong-un fosse in platea ad applaudirla. Nove giorni dopo l' ha fatta arrestare, e il venti ne ha ordinato l' esecuzione, avvenuta a colpi di mitragliatrice in una pubblica piazza. Così si regolano i conti nella Corea del Nord, e la vittima dell' ultima purga del dittatore comunista è stata Hyon Song-wol, nota pop star di regime, membro dell' Unhasu Orchestra. Soprattutto, forse, sua ex fidanzata. È stata uccisa insieme a un gruppo di undici artisti: la direttrice del gruppo, Mun kyong-jin, vincitrice nel 2005 di un concorso internazionale in Ungheria. E sotto il fuoco del plotone d' esecuzione sono finiti cantanti e ballerini della "Wanjaesan Light Music Band" e della "Mornbong Band". L' accusa per tutti è di aver girato video pornografici, e poi di averli immessi sul mercato. Accusa grave nell' unica dittatura comunista ereditaria al mondo, ma nessuno crede alla versione ufficiale del regime. Dietro all' ultima feroce esecuzione, la cui notizia è stata rilanciata dal sito del quotidiano britannico The Telegraph che ha ripreso fonti sudcoreane, molti analisti vedono la mano di Ri Sol-ju, la moglie del nuovo padrone di Pyongyang, anche lei cantante pop (ma non di successo) fino alle nozze con Kim Jong-un. Con faciloneria era stata chiamata la "Carla Bruni" d' Oriente. Veste all' occidentale, ama l' arte, e la sua apparizione, accanto all' uomo forte del regime aveva suscitato la speranza che qualcosa avesse iniziato a incrinare la cortina di ferro della Corea del Nord. Era stata fotografata accanto al marito per mesi, e nessuno sapeva chi fosse. Anzi, qualcuno aveva ipotizzatoche quella donna misteriosa fosse proprio Hyon Song-wol, la vecchia fidanzata. Ruggini, gelosie. Le vite delle due donne si sono incrociate pericolosamente: e forse la First lady, che ha fatto parte anche lei della Unhasu Orchestra, ha voluto chiudere il conto per sempre. Perché, scrive il Telegraph, circolava la voce che il dittatoree la bella Hyon Song-wol continuassero a frequentarsi. I due si amavano, ma fu il Caro Leader, il padre di Kim Jong-un, a troncare la relazione dieci anni fa. Lei fu data in sposa a un militare e ha continuato la sua carriera, celebrando in canzoni lo stakanovismio staliniano. Il suo successo? Un' eccellente donna-cavallo. Poi, ha spopolato nei concerti di regime con Amo Pyongyang e Soldati del partito. Una popolarità ingombrante quella della rivale, per Ri Solju, che ha avuto due figli dal dittatore. E che sta preparando per loro la futura successione nella dinastia più crudele del mondo. L' esecuzione del 20 agosto, effettuata davanti ai parenti delle vittime, ha chiuso definitivamente la storia tra la cantante e il marito. Ma, secondo il giornale sudcoreano Chosun Ilbo, il dittatore ha voluto dare un chiaro segnale che la sua leadership è forte e che il dissenso non viene tollerato: tra i musicisti uccisi, infatti, vi sarebbero anche dei cristiani, e in Corea del Nord il possesso di una Bibbia si può pagare con la morte. C' è una ragione politica dietro questo massacro - dice al Telegraph Toshimitsu Shigemura, professore alla Waseda University di Tokyo, esperto di cose nordcoreane - a Pyongyang c' è un regolamento di conti tra gruppi rivali. Ed è impossibile che nell' esecuzione di Song-wol, non ci sia lo zampino della moglie del dittatore. RIPRODUZIONE RISERVATA


Naturalmente La dolce vita èil grande evento, la pietra miliare dellanno, rappresenta un vero choc, un film che, pur avendo come contesto di riferimento la provincia, sprovincializza e immette in una sorta di circo scoppiettante un mondo nuovo che trova a Roma la sua vetrina, il suo moltiplicatore. E poi cè Rocco e i suoi fratelli, che a ben vedere è come una continuazione mutatis mutandis de La terra trema, e che a quel mondo arcaico, a quelle storie dolorose di ricerca fallita di un altro status e di un benessere si riallaccia, offrendoci una chiave diretta e immediata del fenomeno della migrazione interna che costituisce la grande cifra degli anni 60, effetto di un boom economico in pieno svolgimento. E cè ancora LAvventura che dal mondo di sentimenti in fondo semplici ed elementari di unItalia arretrata e rurale ci precipita nellangoscia dellassenza: non cè più un luogo, uno spazio, un tempo, una persona, e questa angoscia impalpabile, a cui manca un corpo e una fisicità, è come una violenta forma di rigetto della banalità di vite e di mondi piccolo borghesi. E lungo lelenco di film significativi che incontriamo con le tematiche più varie: dagli squarci di vita e disperazione del sottoproletariato come ne La giornata balorda di Mauro Bolognini e anche in Morte di un amico di Franco Rossi (non per nulla entrambe le sceneggiature sono di Pier Paolo Pasolini), alla descrizione della gioventù dorata di provincia, che si dibatte per affrancarsi, senza successo, dal chiuso del suo mondo di convenzioni e noia, ne I delfini di Francesco Maselli, alla tematica del dopo case-chiuse e alle possibilità di riciclarsi che si offrono a quattro ex prostitute dopo la chiusura dei bordelli in Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli; e, ancora, cè la tematica della fine delladolescenza e la scoperta del sesso ne I Dolci inganni di Lattuada e in qualche modo anche ne Il rossetto di Damiano Damiani. Dopo tanto silenzio, tanta rimozione, nel 1960 il cinema ritorna anche a raccontare gli anni della guerra e della Resistenza con film struggenti come La lunga notte del 43, opera prima di Florestano Vancini, che ha il coraggio di documentare anche le faide interne nel mondo dei fascisti, o film che per la prima volta parlano dell8 settembre, una data tanto controversa e coperta da una coltre di silenzio, come Tutti a casa di Comencini e come il Carro armato dell8 settembre di Gianni Puccini; anche La Ciociara di Vittorio De Sica affronta un tema altrettanto scottante, quello della violenza sulle donne da parte dei soldati di colore degli eserciti alleati, che risalivano la penisola nel corso della guerra, Rossellini ritorna nella sua Roma occupata con un episodio quasi simbolico per rinnovare la necessità di fratellanza senza confini, mentre Pontecorvo con Kapò apre il velo su un altro tema tabù, quello delluniverso concentrazionario. Infine ancora la guerra e la Resistenza in episodi particolari fanno da sfondo a Il gobbo di Carlo Lizzani e a Jovanka e le altre di Martin Ritt. 041b061a72


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